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  • Immagine del redattoreAlessandro Mariotti Osteopata

I punti chiave della salute


“L'obiettivo del medico deve essere quello di trovare la salute. Tutti sono capaci di trovare la malattia”


Inizio questo post con una citazione del Padre Fondatore dell’osteopatia, Andrew Taylor Still, per mettere in chiaro che lo scopo dell’osteopata è anche, e soprattutto, quello di prevenire la malattia. Se è vero infatti che l’osteopatia è definita come terapia manuale, il compito dell’osteopata non si limita soltanto al trattamento osteopatico. Certe volte il problema per cui un paziente si è recato in studio, non può essere risolto o migliorato soltanto con un trattamento, o con una serie di trattamenti, ma bisogna adottare dei cambiamenti nello stile di vita. Per la società in cui ci troviamo, specifico a mio parere, ci sono 3 punti chiave molto utili nella quotidianità per migliorare il proprio stato di salute:


  • Alimentazione “sana”

  • Movimento

  • Respirare “bene”



Alimentazione “sana”: cosa significa e come iniziare ad attuarla


Sul primo punto si possono fare molte considerazioni. Cosa vuol dire innanzitutto sana? Per rispondere dobbiamo prendere in considerazione dove ci troviamo. Nei paesi industrializzati, e in particolare in una città frenetica come Milano, bisognerebbe focalizzarci per prima cosa sul come si mangia. Infatti nel poco tempo che si ha a disposizione si tende a mangiare velocemente e in modo del tutto casuale senza renderci neanche conto del gusto di ciò che mangiamo, a volte per esigenze saltando pure i pasti. In questo caso quello che bisogna cercare di fare è mangiare più lentamente, masticando bene ( la masticazione è molto importante a livello digestivo), e instaurare una routine di pasti in linea con le nostre necessità ( il cibo infatti è un regolatore circadiano, molto importante per l’equilibrio ormonale).


Un altro aspetto da tenere in considerazione nell’alimentazione salutare è la quantità. Sappiamo che sia l’eccesso che la carenza creano squilibri, quindi dobbiamo stare attenti ad abusi alimentari e a diete troppo severe.Bisogna considerare anche la composizione dell’alimento sia per quanto riguarda i nutrienti (ad esempio evitare di mangiare cibi troppo grassi e carni lavorate, ma mangiare frutta e vegetali per micronutrienti e fibre) che per la presenza di prodotti chimici.Per citare il Prof. Franco Berrino, ex direttore di Medicina Preventiva all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: “ la raccomandazione del mondo della ricerca scientifica è quella di basare l'alimentazione quotidiana su cibi di natura prevalentemente vegetale non industrialmente raffinati”.


Un ultimo punto da tenere in considerazione è l’aspetto emotivo. Infatti la psiche può influire sulla digestione alterandola, ad esempio quando si è stressati o arrabbiati può succedere che il pasto rimanga “sullo stomaco” dando una sensazione di pesantezza o bruciore. Per questo motivo quando si mangia bisognerebbe trasformare questo momento in una situazione di distensione e godersi il pasto.



ll movimento è vita

Un altro punto fondamentale è il movimento. Ippocrate, il padre della medicina Occidentale, diceva che “camminare è la miglior medicina” o ad esempio Aristotele diceva che “La vita è nel movimento”, frase che venne ripresa anche dal fondatore dell’osteopatia Andrew Taylor Still che disse: “la vita è movimento, il movimento è vita”.


Ormai è assodato che i benefici del movimento sono innumerevoli per il corpo, ad esempio nella prevenzione e nel miglioramento di malattie croniche vascolari, metaboliche e muscolo-scheletriche. Recentemente lo stesso OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stilato delle nuove linee guida su attività fisica e sedentarietà, che non approfondirò, ma vi lascerò il link nei commenti. I messaggi importanti di queste nuove linee guida che vorrei condividere con voi sono essenzialmente 3:

  • fare un po’ di attività fisica è meglio di niente

  • aumentarne la quantità permette di ottenere ulteriori benefici per la salute

  • “every move counts”, ossia qualsiasi tipo di movimento conta.

Oltretutto per i ragazzi si sottolinea l’importanza di ridurre il tempo trascorso con dispositivi elettronici. Per adulti e anziani invece si evidenzia l’importanza di contrastare l’abitudine alla sedentarietà praticando anche una leggera attività fisica, che comunque garantisce benefici di salute; questi infatti si apprezzano anche in soggetti che, a parità di livelli bassi di movimento, vanno così a ridurre il tempo trascorso in sedentarietà.


Ma passando all’atto pratico quanto movimento devo fare? Non c’è una quantità fissa, per avere un’idea più chiara il documento dell’Oms qui di seguito può dare un’idea più specifica. In linea molto generale, che vada bene per tutte le fasce di età, si consiglia un minimo 150 minuti alla settimana di attività di intensità moderata, ovvero di attività che comporti un leggero aumento della respirazione e del battito cardiaco (per intenderci come una camminata a passo sostenuto). Per chi pensa che 150 minuti siano tanti in realtà in fin dei conti si traducono in poco più di 20 minuti di movimento al giorno o mezz’ora di movimento 5 volte a settimana.



Respirare “bene” cosa significa?


L’ultimo punto fondamentale che ci terrei ad approfondire è il respiro. E’ superfluo dire che respirare è vitale per il nostro corpo, ma ormai soprattutto nella società occidentale di oggi si tende a non prestare minimamente attenzione alla sua importanza e, infatti, si respira in modo veloce e superficiale. Eppure è un’azione talmente importante che la compiamo all’incirca 15 volte al minuto e più di 20000 volte al giorno. Quindi come possiamo respirare bene? Per capire questo dovremmo prima comprendere cosa significa respirare “male”.


Innanzitutto la respirazione ideale è quella nasale, con la bocca chiusa poiché depura maggiormente l’aria da polveri e batteri e la riscalda e umidifica in modo ottimale. La bocca è un organo “di riserva” che deve essere utilizzato quando la respirazione nasale non è possibile, quando si è sotto sforzo e serve una maggiore ventilazione. Chiarito questo bisogna capire che se durante l’inspirazione, quando inaliamo l’aria, gonfiamo il petto e alziamo le spalle stiamo facendo una respirazione accessoria, non corretta, che utilizza maggiormente muscoli che dovrebbero entrare in gioco solo con un inspirazione forzata, e non stiamo utilizzato appieno il muscolo principe della respirazione ovvero il Diaframma.


Utilizzare il diaframma al massimo delle sue possibilità porta moltissimi benefici. Sicuramente a livello quantitativo permette di immagazzinare più aria nei polmoni, poiché il diaframma scendendo lascia più spazio al polmone di espandersi.

A livello muscolo-scheletrico l’uso della respirazione diaframmatica evita l’instaurarsi di tensione muscolare, data appunto dai muscoli superficiali che vengono usati troppo , che può provocare nel tempo rigidità, dolori muscolari e ridotta flessibilità nell’area cervicale e cambiamenti posturali come la tipica posizione delle spalle chiuse in avanti.


Infine una buona respirazione diaframmatica può stimolare maggiormente il nervo vago, il nervo più importante del sistema autonomo parasimpatico, che può portare molti effetti benefici come una buona digestione, una migliora qualità del sonno e maggiore rilassatezza.

In conclusione possiamo affermare che la respirazione è davvero importante, non per niente la maggior parte delle pratiche meditative si basa proprio sulla respirazione. Come dice infatti David Swenson, uno dei più importanti istruttori di yoga al mondo: “mantenete la consapevolezza sul respiro e ogni istante sarà una meditazione.”


Per capire come respirare bene vi allego questi due video di YouTube dove viene spiegato bene come utilizzare principalmente il diaframma durante l’atto respiratorio



https://youtu.be/uLWgPyF0sII



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