Abbiamo già esaminato le differenze tra fisioterapista e osteopata, ora bisogna vedere le differenze che intercorrono tra due figure apparentemente ancora più simili: l'osteopata e il chiropratico.
Innanzitutto è importante dire che entrambe sono terapie manuali riconosciute dal DDL Lorenzin (articolo 7) come professioni sanitarie.
In entrambe l’obbiettivo è il miglioramento dello stato di salute del paziente tramite contatto manuale. La differenza è la modalità per raggiungere questo scopo. Mentre nella chiropratica l’operatore utilizza tecniche che agiscono prevalentemente sulla colonna vertebrale (per l’importanza primaria che viene data al SNC), l’osteopatia utilizza un’approccio più globale.
Per questo motivo il trattamento chiropratico dura dai 5 ai 15 minuti mentre quello osteopatico dai 30 ai 60 minuti. Un’altra differenza è il percorso di studi, infatti anche se la durata è pressoché simile (5entrambe 5/6 anni se svolte in istituti riconosciuti certificati) per svolgere un corso di chiropratica bisogna uscire dai confini italiani poiché non esistono in Italia scuole accreditate dall’AIC (associazione italiana dei chiropratici).
Nascono entrambe alla fine del XIX secolo, rispettivamente l’osteopatia nel 1874 da Andrew Taylor Still, mentre la chiropratica nel 1895 da Daniel David Palmer. Tra i due ci fu anche un’accesa discussione come riporta il figlio di Palmer, Bartlett Joshua nel libro Dynamic Chiropractic – scritto da L. Ted Frigard, DC, PhC. Il dibattito tra i due fu chiaramente su quale metodo fosse il migliore, in particolare Still accusava Palmer dicendo: “Avete rubato il mio lavoro e lo avete definito chiropratica”.
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